A volte, mentre carico la lavastoviglie di fretta, mi sorprendo a chiedermi se sto davvero facendo la scelta giusta. Il titolo richiama subito un’idea forte: alcuni oggetti, se finiscono nel cestello sbagliato, possono rovinarsi per sempre. E non è un’esagerazione. Basta un ciclo troppo caldo, un getto d’acqua mal posizionato o un detersivo aggressivo perché materiali delicati o naturali perdano la loro integrità.
Il legno: un materiale vivo che la lavastoviglie non perdona
Ogni volta che guardo un cucchiaio in legno, mi ricordo che è un materiale vivo. Assorbe, rilascia, cambia. Ed è proprio per questo che la lavastoviglie non è mai la sua amica.
Il calore costante e i detergenti forti eliminano gli oli naturali che mantengono il legno elastico. Il risultato è sempre lo stesso:
- crepe
- gonfiore
- deformazioni
Una volta danneggiato, il legno diventa più poroso, cattura odori e batteri e non torna più come prima. È un piccolo gesto di cura lavarlo a mano, ma fa davvero la differenza.
Antiaderenti e alte temperature: una coppia pericolosa
Chiunque ami cucinare sa quanto siano preziose le padelle antiaderenti. Eppure sono tra le prime vittime dei cicli ad alta temperatura. Il rivestimento, così comodo per cucinare con poco olio, non sopporta né i detergenti aggressivi né i getti dell’acqua troppo intensi. Nel tempo si opacizza, si graffia, perde la sua funzionalità.
Meglio un lavaggio manuale, delicato e veloce, per non compromettere un utensile che, se ben trattato, dura anni.
Alluminio e rame: quando la brillantezza svanisce
Mi è capitato una volta di dimenticare una pentola in alluminio nel ripiano inferiore: è uscita scurita, quasi irriconoscibile. L’alluminio reagisce facilmente ai detergenti, cambiando colore o perdendo la sua compattezza.
Il rame, invece, è ancora più sensibile: perde lucentezza e va incontro a ossidazione (termine spiegato anche su Wikipedia). Il risultato è una pentola che sembra improvvisamente vecchia, quasi maltrattata.
Ghisa, ferro e la magia della patina
Se c’è un materiale che proprio non perdona errori, è la ghisa. Le sue pentole sviluppano una patina protettiva frutto del tempo, dell’olio, dell’uso. La lavastoviglie la distrugge in un solo lavaggio, lasciando dietro di sé ruggine e una superficie spenta.
Anche il ferro, del resto, soffre le stesse dinamiche: acqua, calore e detergenti lo aggrediscono senza pietà.
Coltelli di qualità: una scelta di rispetto
Ogni buon coltello merita attenzione. In lavastoviglie la lama perde affilatura, il manico può gonfiarsi (se è in legno) o allentarsi (se è in acciaio temperato). Inoltre, il getto d’acqua può provocare piccoli urti che compromettono l’allineamento del filo.
Un risciacquo a mano mantiene il coltello preciso e affidabile, come un compagno di lavoro fedele.
Ceramiche decorate, porcellane e cristalli: un fascino che va preservato
Sono oggetti che spesso hanno una storia, o almeno una delicatezza che parla da sé. Smalti, decorazioni, bordi metallici e cristalli sottili non sopportano i cicli intensi della lavastoviglie.
Possono graffiarsi, scolorirsi o addirittura rompersi a causa delle vibrazioni. Vale sempre la pena trattarli con una cura speciale.
Plastica sottile, grattugie e coperchi a pressione: dettagli che fanno la differenza
La plastica leggera rischia di deformarsi, soprattutto durante l’asciugatura, quando le temperature salgono.
Le grattugie, invece, semplicemente non si puliscono davvero: i fori trattengono piccoli residui che la lavastoviglie non riesce a raggiungere.
I coperchi delle pentole a pressione sono forse i più delicati: le loro valvole possono ostruirsi, compromettendo la sicurezza dell’intero sistema.
Una regola semplice per non sbagliare
Quando hai un dubbio, pensa così: se l’oggetto è naturale, delicato, decorato o di qualità, probabilmente merita il lavaggio a mano.
È un piccolo gesto, ma salva materiali, performance e — perché no — anche qualche ricordo.




